mercoledì 30 novembre 2011

Un riconoscimento ai "giganti" del quotidiano


30-11-2011  di Redazione Città Nuova
Fonte:    Città Nuova  

Assegnato ad Agrigento il premio Telamone 2011 al collaboratore di Città Nuova Tanino Minuta, per il suo impegno nel campo del giornalismo, della scrittura, dell'insegnamento e del volontariato



Il 26 novembre scorso, nella suggestiva sala Zeus del Museo archeologico della Valle dei templi di Agrigento, dove troneggia uno dei telamoni che reggevano la trabeazione del grande tempio di Giove Olimpico, si è conclusa la rassegna del premio Telamone 2011. Nato nel 1977 per iniziativa del prof. Paolo Cilona, presidente del Centro azione e programmazione sociale di Agrigento(CE.P.A.S.A.), vuole assegnare un riconoscimento visibile a quei siciliani che attraverso il loro impegno in politica, nel giornalismo, nell’arte, nel sociale, contribuiscono a far conoscere l'isola. Negli anni si è poi allargato a tutti quanti, indipendentemente dalla provenienza, danno il loro sostegno, a livello internazionale, alla costruzione di un mondo di pace.

Il premio si lega indiscutibilmente alla storia dell’isola. Infatti, dando la parola a quei siciliani che credono nella legalità, dimostra come il loro agire che pone al centro l’uomo sia l’unica via per il futuro. Oggi l’umanità, non solo la Sicilia, ha bisogno di persone capaci di agire anche controcorrente, da veri “telamoni” appunto, da giganti. E Telamone diventa sinonimo di lotta al male, di tensione all’unità e alla fratellanza universale.

L’elenco dei premiati fa onore al premio ed alla stessa Agrigento che in questi anni di attività ha potuto sfogliare, attraverso gli artefici della pace, la storia dell’umanità. Vi troviamo scrittori come Sciascia e Camilleri, pittori come Gianbecchina, editori come i Sellerio, scienziati come Zichichi, registi come Tornatore, istituzioni come Medici senza frontiere, iniziatori di correnti spirituali come Chiara Lubich. Quest’anno è stato assegnato ad un collaboratore di Città Nuova, Tanino Minuta. Lui è di Agrigento, ma le motivazioni del riconoscimento sono anche legate alla sua appartenenza al Movimento dei focolari. Il premio consegnato a Minuta dallo stesso prof. Cilona dichiara: «Premio Telamone 2011, XXXV edizione, al prof. Gaetano Minuta, giornalista, scrittore impegnato, autore di importanti pubblicazioni dalle quali emergono le qualità straordinarie del docente universitario illuminato e colto. Punto di riferimento all’interno del Movimento dei focolari, dove nell’ampio spazio del volontariato ha saputo e voluto creare aggregazioni umane, ricavandone gratificazioni in termini di humanitas». Minuta, sorpreso e grato per il premio, si diceva onorato di «unirmi a questo flusso positivo. Certo, fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. Questa sera celebriamo la foresta che cresce e, come ha ribadito il prof. Cilona, non guardiamo le tenebre».

Foto di Natale Proto 
articolo tratto da Citta Nuova Online:

domenica 27 novembre 2011

Premio TELAMONE 2011

Arrivando in Sicilia avevo notato la scritta:"Ali alle tue radici". Mi è sembrato un augurio e quasi una spiegazione del premio che venivo a ricevere ad Agrigento. Un riconoscimento che sostiene chi si adopera per la costruzione di una mentalità di bene.
Ali alle mie radici! Sì, far diventare le radici che legherebbero, delle possibilità di espansione e di volo!
Ringrazio quanti mi hanno voluto dare questo riconoscimento ma soprattutto quanti hanno contribuito e contribuiscono a farmi essere dono.

Foto mia


giovedì 24 novembre 2011

Il capolavoro SIMONA ATZORI


“Prendete la vita nelle vostre mani e fatene un capolavoro!” Questa frase di Giovanni Paolo II è spesso citata da Simona Atzori, pittrice, danzatrice e anche scrittrice, nata senza braccia. 

Raccontava alla Festa dei Giovani a Jesolo nel settembre 2007: “Qualcuno ha detto di me che alla nascita le mie braccia sono rimaste in cielo. A me piace pensare che io sia stata progettata, sia stata disegnata così, per riuscire, attraverso la mia arte, attraverso la mia danza, attraverso la pittura ad esprimere la gioia di vivere, la mia gioia di vivere, il mio mondo che è pieno di sorriso e che è pieno di voglia di dire che è davvero bello stare qui, è davvero bello essere in questo mondo. E tutti noi abbiamo il diritto ma soprattutto il dovere di celebrare proprio questo dono straordinario che ci è stato dato”.


Foto mia

venerdì 18 novembre 2011

Mia moglie aveva bisogno di un amico


 
Gianluca è operaio. Eleonora, è pittrice. Il loro è stato un matrimonio di grande amore ma, dopo la nascita di Ruggero, le differenze cominciano a logorare le fondamenta di un rapporto giudicato invincibile.
In una mostra Eleonora conosce un pittore che le fa perdere la testa. Comunica a Gianluca la sua intenzione di andare a vivere con il nuovo compagno, ma chiede di mantenere in casa il suo atelier per dare a Ruggero la sensazione di continuità.
Gianluca, dopo qualche notte insonne, per amore del figlio accetta la tragica farsa, ma vive un momento di disperazione quando la moglie comunica di attendere un bambino e che ha intenzione di andare via da casa definitivamente.
Per padre e figlio seguono anni difficili. Gianluca aiuta il figlio a riconoscere nella madre i tratti migliori e di accogliere la sorellina come un dono anche per lui.
Eleonora, dopo alcuni anni si ritrova sola. Gianluca, attraverso amici viene a sapere della sua situazione disastrosa. Era fallito anche un secondo rapporto con un ex drogato che le ha fatto svendere tutte le sue opere lasciandola sul lastrico. Attraverso Ruggero, le manda a dire che la casa è sempre aperta e che per lei e la bambina avrebbe ricavato degli spazi indipendenti.
Inizia una strana, nuova convivenza.
“Mia moglie ha trovato in me un amico e tale cerco di essere mettendo a tacere ogni diritto o speranza. Il passato è inesorabilmente passato. Mi sono chiesto mille volte da dove mi venga la forza per non mollare. In paese la gente mi guarda come uno stupido zimbello nelle mani di una donna capricciosa e volubile. Quanto amore c’era tra noi! Lei, che sa parlare, diceva che l’arte è come l’amore: sa creare dal nulla bellezze mai viste. Così vivevamo il nostro sogno ed eravamo convinti che, pur avendo origini diverse, l’amore nostro era capace di creare dimensioni nuove, originali”.
Eleonora mi confida: “Ti sembrerà strano ma oggi la mia vena creativa è Gianluca. L’ho amato per la sua bellezza, ma l’ho ritrovato come amico. È uno che ormai non chiede nulla per sé. È un mistero impenetrabile e amabile. Vive come se fosse morto. No, non fa compassione. Tutt’altro. Questa sua indefinibile purezza è una cosa che non mi lascia in pace, mi fa da specchio. È un modello tremendo e affascinante, un punto da raggiungere”. 

Illustrazione: opera di Eva Sladeckova
Testo ridotto dalla mia pubblicazione su Città Nuova n° 21/2011

venerdì 11 novembre 2011

Dammi il supremo coraggio dell'Amore


Dammi il supremo coraggio dell'Amore,
questa è la mia preghiera,
coraggio di parlare,
di agire, di soffrire,
di lasciare tutte le cose,
o di essere lasciato solo.
Temperami con incarichi rischiosi,
onorami con il dolore,
e aiutami ad alzarmi ogni volta che cadrò.
Dammi la suprema certezza nell'amore,
e dell'amore,
questa è la mia preghiera,
la certezza che appartiene alla vita nella morte,
alla vittoria nella sconfitta,
alla potenza nascosta nella più fragile bellezza,
a quella dignità nel dolore,
che accetta l'offesa,
ma disdegna di ripagarla con l'offesa.
Dammi la forza di amare
sempre
e ad ogni costo.
                                                                     Rabindranath Tagore
 Foto mia

mercoledì 9 novembre 2011

LA VITA ... UN PRELUDIO


Rispondo a Marco 
(vedi suo commento al precedente post)

Ciao, Marco!
Mi scrivevi fra l’altro: “tu mi sembri un convinto, un accanito assertore di una vita che non finisce e consideri questa soltanto come un preludio. A cosa serve una tale concezione? A oscurare l'evidenza del niente che ci divora?".
Marco, non conosco quello che c’è dietro le tue parole, è difficile rispondere con “parole”.
Ti dico soltanto che per me è stata ed è la vita stessa a spiegarmi il senso. E se ti osservi bene, tu sai qual è il senso del tuo esistere. Lo sai, devi essere il primo a credere in te stesso. Ci sentiamo anche via mail, se vuoi.
Auguri, Tanino

Foto mia: Lago di Albano

sabato 5 novembre 2011

Il mio sì

Io sono creato per fare e per essere qualcuno per cui nessun altro è creato.
Io occupo un posto mio nei consigli di Dio, nel mondo di Dio: 
un posto da nessun altro occupato.
Poco importa che io sia ricco, povero disprezzato o stimato dagli uomini: 
Dio mi conosce e mi chiama per nome.
Egli mi ha affidato un lavoro che non ha affidato a nessun altro. Io ho la mia missione.
In qualche modo sono necessario ai suoi intenti 
tanto necessario al posto mio quanto un arcangelo al suo.
Egli non ha creato me inutilmente. Io farò del bene, farò il suo lavoro.
Sarò un angelo di pace un predicatore della verità
nel posto che egli mi ha assegnato anche senza che io lo sappia,
purché io segua i suoi comandamenti e lo serva nella mia vocazione.

John Henry Newman

Foto mia, tramonto sul lago