martedì 30 aprile 2013

Dio: continua novità



 “Tanino, nell’esperienza del libretto del vangelo a pagina x, puoi cambiare nome e mettere il mio, perché è la stessa mia vicenda! Non puoi immaginare che bene mi ha fatto vedere da qualcun’altra percorrere i miei passi e chissà quanti altri che non conosco. Un grande senso di fraternità ha riempito la mia giornata: siamo tutti sull’unico sentiero, dobbiamo passare le stesse prove. È avvenuto per me esattamente come a quella signora di cui parli. Dio è intervenuto nella tragicità della situazione e ha rivoltato le cose. Non sarei qui a parlarti…”


La telefonata dell’amica è stata per me una gradita sorpresa. Non dovrei meravigliarmi, ma con Dio è sempre così. È continua novità, come diceva Carlo Carretto.    


lunedì 29 aprile 2013

La morte non mi fa paura







Sono venuto a conoscenza di una lettera che un giovane soldato russo, negli anni della Seconda Guerra Mondiale, ha scritto pochi minuti prima di morire.
              







  “Ascolta o Dio, mai nella mia vita ho parlato con te, ma oggi mi vien voglia di farti festa….sai fin da piccolo mi hanno sempre detto che tu non esisti, io stupido ci ho creduto….non ho mai contemplato le tue opere, ma questa notte ho guardato dal cratere di una granata al cielo di stelle sopra di me e affascinato dal loro scintillare a un tratto ho capito come possa essere terribile l’inganno” ( cioè l’inganno di dire che tu non esisti)…”non so Dio se mi darai la tua mano, ma io ti dico….e tu mi capisci….non è strano che in mezzo a questo spaventoso inferno mi sia apparsa la luce, e io abbia scorto te?...Oltre a questo non ho nulla da dirti…sono felice solo perché ti ho conosciuto….a mezzanotte dobbiamo attaccare ma non ho paura….tu guardi a noi…” (ecco poi c’è un colpo di cannone che dà il segnale dell’attacco)…”è il segnale me ne devo andare…..si stava bene con te…..voglio ancora dirti, e tu lo sai che la battaglia sarà dura…può  darsi  che questa notte stessa venga a bussare da te…..e anche se fino ad ora non sono stato tuo amico…..quando verrò…..mi permetterai di entrare?....Ma che succede?...Piango?....Mio Dio tu vedi quello che mi è capitato….soltanto ora ho incominciato a vedere chiaro……Ti saluto mio Dio….vado…..difficilmente tornerò….che strano…ora la morte non mi fa paura…..”




domenica 28 aprile 2013

Un solo destino




Lunga la vita,
varia la strada,
vicina la mèta.
Tutto,
ogni cosa,
sempre,
ha,
ha avuto,
un solo destino:
l'unione con Te.




Chiara Lubich, Dottrina Spirituale, pag. 195

venerdì 26 aprile 2013

Cammina attraverso l'uomo




C’è una frase di s. Agostino riportata da san Tommaso d’Aquino, il grande teologo e dottore della Chiesa, che mi ha fatto riflettere: “Cammina attraverso l’uomo e giungerai a Dio”. La offro anche a voi, cari amici:



Cristo è al tempo stesso via e meta. Via secondo l'umanità, meta secondo la divinità. Dunque, in quanto uomo dice: «Io sono la Via»; in quanto Dio aggiunge: «La Verità e la Vita». Con queste due parole è indicato molto bene il traguardo di questa via. Il punto d'arrivo di questa via infatti è la fine del desiderio umano... Cristo è la via per arrivare alla conoscenza della verità, anzi è la stessa verità: «Mostrami, Signore, la tua via, perché nella tua verità io cammini» (Sal 86,11). Similmente egli è la via per giungere alla vita, anzi, egli stesso è la vita: «Mi indicherai il sentiero della vita» (Sal 16,11)...

Se dunque cerchi per dove passare, accogli Cristo perché egli è la via: «Questa è la strada, percorretela» (Is 30,21). Dice sant'Agostino: «Cammina attraverso l'uomo e giungerai a Dio». È meglio zoppicare sulla via, che camminare a forte andatura fuori strada. Chi zoppica sulla strada, anche se avanza poco, si avvicina tuttavia al termine. Chi invece cammina fuori strada, quanto più velocemente corre, tanto più si allontana dalla meta.

Se cerchi dove andare, resta unito a Cristo, perché egli è la verità in persona, alla quale desideriamo arrivare: «La mia bocca proclama la verità» (Prv 8,7). Se cerchi dove fermarti, resta unito a Cristo, perché egli è la vita. «Chi trova me, trova la vita» (Prv 8,35).

San Tommaso d'Aquino (1225-1274), Esposizione su Giovanni, 14,2 

Foto di Ilenia Bosco Virone