sabato 30 novembre 2013

La strada non presa

Due strade divergevano in un bosco d’autunno
e spiacente di non poterle percorrere entrambe,
essendo uno solo, mi fermai a lungo
e guardai, per quanto possibile, in fondo alla prima,
verso dove svoltava, in mezzo agli arbusti.
Poi presi l’altra, anch’essa discreta,
forse con pretese migliori, perché era erbosa e meno segnata
sebbene in realtà le tracce fossero uguali in entrambe le strade.
Ed entrambe quella mattina erano ricoperte di foglie
che nessun passo aveva annerito.
Tenni la prima per un altro giorno,
anche se, sapendo che una strada porta verso un’altra strada,
dubitai di poter mai tornare indietro.
Racconterò questo con un sospiro
Tra anni e anni:
due strade divergevano in un bosco e io,
io presi la meno battuta.
Questo ha fatto la differenza.

Robert Frost (1874- 1963) poeta statunitense

lunedì 25 novembre 2013

"Abbiamo creduto all'amore"


Carissimi amici,
un saluto e un grazie per quanti mi hanno scritto.
In queste settimane non sono in Italia e per chi mi ha chiesto dove trovare il libro "Abbiamo creduto all'amore" posso comunicare che è già nelle librerie (ed. Città Nuova).
Vi dirò di più sul libro che non è stato per me un lavoro ma un prezioso dono.
Un grande augurio di gioia vera,
Tanino




domenica 24 novembre 2013

La preghiera (secondo Teresa di Lisieux)





"Per me la preghiera è uno slancio del cuore, è un semplice sguardo verso il Cielo, è un’esclamazione di gratitudine e d’amore nella prova, come nella gioia; insomma è qualcosa di grande, soprannaturale, che mi dilata l’anima e mi unisce a Gesù."

Santa Teresa del Bambin Gesù (1873-1897), carmelitana, dottore della Chiesa
Scritto autobiografico C, 25 r° 
Dipinto di Tommaso Giannotta "Turris Eburnea"


venerdì 22 novembre 2013

Si può dare di più



Un'indimeticabile canzone dei bravissimi Morandi-Ruggeri e Tozzi aveva delle strofe di forte attualità: 

In questa barca persa nel blu
noi siamo solo dei marinai
tutti sommersi non solo tu
nelle bufere dei nostri guai

Perché la guerra la carestia
non sono scene viste in TV
e non puoi dire lascia che sia
perché ne avresti un po’ colpa anche tu.







Si può dare di più perché è dentro di noi
si può dare di più senza essere eroi
come fare non so non lo sai neanche tu
ma di certo si può...dare di più.


mercoledì 20 novembre 2013

Il fuoco che purifica


Alcuni teologi recenti sono dell'avviso che il fuoco che brucia e insieme salva sia Cristo stesso, il Giudice e Salvatore. L'incontro con Lui è l'atto decisivo del Giudizio. Davanti al suo sguardo si fonde ogni falsità. È l'incontro con Lui che, bruciandoci, ci trasforma e ci libera per farci diventare veramente noi stessi. Le cose edificate durante la vita possono allora rivelarsi paglia secca, vuota millanteria e crollare. Ma nel dolore di questo incontro, in cui l'impuro ed il malsano del nostro essere si rendono a noi evidenti, sta la salvezza. Il suo sguardo, il tocco del suo cuore ci risana mediante una trasformazione certamente dolorosa «come attraverso il fuoco». È, tuttavia, un dolore beato, in cui il potere santo del suo amore ci penetra come fiamma, consentendoci alla fine di essere totalmente noi stessi e con ciò totalmente di Dio.

Così si rende evidente anche la compenetrazione di giustizia e grazia: il nostro modo di vivere non è irrilevante, ma la nostra sporcizia non ci macchia eternamente, se almeno siamo rimasti protesi verso Cristo, verso la verità e verso l'amore. In fin dei conti, questa sporcizia è già stata bruciata nella Passione di Cristo. Nel momento del Giudizio sperimentiamo ed accogliamo questo prevalere del suo amore su tutto il male nel mondo ed in noi. Il dolore dell'amore diventa la nostra salvezza e la nostra gioia.

 
Cardinale Joseph Ratzinger [Benedetto XVI, papa dal 2005 al 2013]
Enciclica « Spe Salvi », 47 (© Libreria Editrice Vaticana)


lunedì 18 novembre 2013

Se giudichi...







Se giudichi le persone
ti manca il tempo per amarle.


Madre Teresa di Calcutta


Foto di Attila Adam 

sabato 16 novembre 2013

La gioia che nessuno può toglierci



Credo che le parole: «Io vi rivedrò e il vostro cuore gioirà, e la vostra gioia nessuno ve la potrà rapire», non debbano riferirsi al tempo in cui, risorto, mostrò ai discepoli la sua carne risuscitata, in modo che essi potessero vederla e toccarla; ma piuttosto a quel tempo a proposito del quale aveva detto: «Colui che mi ama sarà amato dal Padre mio, e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui» (Gv 14, 21)... Questa visione non appartiene a questa vita, ma a quella futura; non a questa temporale, ma a quella eterna. «Questa è la vita eterna, - afferma colui che è la vita - che conoscano te unico vero Dio, e il tuo inviato, Gesù Cristo» (Gv 17, 3). Di questa visione e di questa conoscenza l'apostolo Paolo dice: «Vediamo ora come in uno specchio, in maniera confusa, ma allora vedremo faccia a faccia. Ora conosco in maniera imperfetta, mentre allora conoscerò come sono conosciuto» (1 Cor 13, 12-13).

Questo che è il frutto del suo travaglio, la Chiesa lo partorisce al presente nel desiderio, allora lo partorirà nella visione; ora gemendo, allora esultando; ora pregando, allora lodando Dio... Sarà perciò un fine eterno, perché non ci potrà bastare che un fine senza fine. E' quello che fu ispirato a Filippo, quando esclamò: «Mostraci il Padre, e ci basta» (Gv 14, 8).

Sant'Agostino (354-430), vescovo d'Ippona (Nord Africa) e dottore della Chiesa
Commento al vangelo di Giovanni, n° 101

giovedì 14 novembre 2013

Il mio autunno




L'autunno è una stagione di bilanci,
di raccolta.
E' occasione per dare un'occhiata
al "termometro" della vita.

mercoledì 13 novembre 2013

Un cuor solo ed un'anima sola



La famiglia di un mio compagno di scuola mi aveva invitato a passare qualche giorno di vacanza con loro nella villa dei nonni al mare.
Spesso nel pomeriggio ci ritrovavamo in spiaggia con altri ragazzi del vicinato. Un giorno ho visto un ragazzo molto triste. Si era accorto che al braccio del mio compagno c’era l’orologio che suo padre, emigrato in Germania, gli aveva mandato quando aveva finito le scuole medie.
L’ho visto correre dalla madre, abitavano in un casetta non lontana, e udii strillare e piangere.
La sera, durante la cena, la nonna si vantava di aver comprato l’orologio dalla povera donna per pochi soldi e tutti ammiravano la sua abilità per l’affare che era riuscita a fare.
La notte non riuscii a dormire.
Il giorno dopo era domenica e siamo andati alla messa. C’era anche il mio amico con l’orologio. All’omelia il sacerdote spiegava come i primi cristiani erano un cuor solo e diceva che erano capaci di vivere così perché la fede in Gesù risorto aveva cambiato il meccanismo del loro cuore e li rendeva capaci di superare il proprio egoismo. Mi venne voglia di scappare. Mi fermò soltanto l’idea di amare anche gli ipocriti. Il Vangelo li ha previsti.

martedì 12 novembre 2013

Stupore






"Lo stupore! 
Vi raccomando lo stupore: la meraviglia, 
come se scoprissimo in ogni cosa qualcosa di nuovo... 
Scoprite 
e lasciate che lo spirito esulti di stupore".

                                                         Paolo VI