sabato 30 aprile 2016

Succo di rapa rossa

Un fatto vissuto da un'amica ungherese, che offro volentieri a tutti voi: 

Cristina, vedova da qualche anno, non si è fermata a tutte le difficoltà sorte dopo la morte del marito, ma anzi continua con più impegno a interessarsi degli altri. Nel posto dove lavora ha una collega, anche lei vedova, che per il suo modo di fare si è resa antipatica a tutti. Cristina un giorno vedendola particolarmente pallida le ha chiesto se c’era qualche problema. La collega ha risposto evasivamente che non stava bene e che prendeva molte medicine. Cristina allora ha cominciato a preparare per lei ogni settimana bottiglie di succo di rapa rossa, o di carote. La collega, sorpresa dell’attenzione di Cristina, le disse: “Penso che la tua forza di andare verso gli altri sia un dono che ti viene da Dio. Dopo la morte di mio marito mi sono soltanto nutrita di rabbia e di dolore. Questa è la mia vera malattia”.


venerdì 29 aprile 2016

La mistica dell'azione: Santa Caterina da Siena

Le condizioni d'Italia e dell'Europa non erano felici, quando venne alla luce in Siena, nel 1347, la piccola Caterina. Già si profilava all'orizzonte la tristemente famosa «peste nera», che l'anno dopo infierì dovunque e seminò la desolazione e la morte in ogni paese e quasi in ogni famiglia. Altri mali funestavano il mondo civile, come le guerre, particolarmente quella dei cento anni tra Francia e Inghilterra, e le incursioni delle compagnie di ventura. Nel mondo religioso tutto quel secolo è riempito, per tre quarti, dal soggiorno dei Papi in Avignone, e poi dal grande scisma d'occidente, che si prolungò fino al 1417. Figlia di un tintore di panni, penultima di 25 nati, Caterina prese molto presto coscienza dei bisogni del mondo e, attratta dall'ideale apostolico domenicano, volle entrare nelle file del terz'ordine o, come allora si diceva in Siena, tra «le mantellate», le quali, pur non essendo suore né vivendo in comunità, portavano l'abito bianco e il mantello nero dell'ordine dei predicatori...

Le si raggruppava poi intorno una varia accolta di discepoli d'ogni ceto, attratti dalla sua pura fede e dalla schietta accoglienza della parola di Dio, senza mezzi termini e senza compromessi... Il progresso spirituale culminò con lo sposalizio nella fede, che poteva sembrare il sigillo di una vita votata all'isolamento e alla contemplazione. Invece il Signore, nel darle l'anello invisibile, intendeva unirla a sé nelle imprese del suo regno. La popolana ventenne vedeva ciò in termini di separazione dallo Sposo celeste, ma egli invece la rassicurava che intendeva stringerla di più a sé «mediante la carità del prossimo», cioè contemporaneamente sul piano della mistica interiore e su quello dell'azione esteriore o della «mistica sociale», com'è stato detto...

Passò dalla conversione di singoli peccatori alla riconciliazione tra persone o famiglie avversarie; alla rappacificazione fra città e repubbliche... L'impulso del maestro divino svelò in lei come un'umanità d'accrescimento. Per lei, figlia d'artigiani e donna senza lettere, cioè senza scuola né istruzione, la visione del mondo e dei suoi problemi superò enormemente i limiti del suo quartiere, fino a progettare la sua azione in termini mondiali.

San Giovanni Paolo II (1920-2005), papa
Lettera apostolica per il 6° centenario del transito di Santa Caterina da Siena, 29/04/1980 ( © Libreria Editrice Vaticana)


La vecchiaia non esiste



La vecchiaia non esiste, 
o piuttosto, 
esiste vecchiaia solo dove non c'è amore

Julien Green

giovedì 28 aprile 2016

Ma tu stai alla mia porta

Ma se io, Signore,
tendo l'orecchio ed imparo a discernere
i segni dei tempi,
distintamente odo i segnali
della tua rassicurante presenza alla mia porta.
E quando ti apro e ti accolgo
come ospite gradito della mia casa
il tempo che passiamo insieme mi rinfranca.
Alla tua mensa divido con te
il pane della tenerezza e della forza,
il vino della letizia e del sacrificio,
la parola di sapienza e della promessa,
la preghiera del ringraziamento
e dell'abbandono nelle mani del Padre.
E ritorno alla fatica del vivere
con indistruttibile pace.
Il tempo che è passato con te
sia che mangiamo sia che beviamo
è sottratto alla morte.
Adesso,
anche se è lei a bussare,
io so che sarai tu ad entrare;
il tempo della morte è finito.
Abbiamo tutto il tempo che vogliamo
per esplorare danzando
le iridescenti tracce della Sapienza dei mondi.
E infiniti sguardi d'intesa
per assaporarne la Bellezza.

Carlo M. Martini “Ma tu stai alla mia porta”